Sfruttare la pioggia anche quando non piove
Ogni litro di acqua recuperato dalla pioggia è un litro di acqua in meno sottratto dalle riserve idriche. Cresce l'utilizzo delle cisterne di raccolta.

Sta crescendo, anche se lentamente, il numero di persone che raccoglie l’acqua piovana per molteplici usi. A complicare il dimensionamento corretto degli impianti, contribuisce il cambiamento climatico e la conseguente irregolarità delle precipitazioni piovose, che sono di numero sempre più esiguo ma allo stesso tempo molto più violente.
Pioggia: una risorsa preziosa
Ogni litro d’acqua recuperato dalla pioggia è un litro d’acqua in meno sottratto alle riserve idriche. Un’abitazione, ancor prima di considerare orti o giardini, richiede grossi quantitativi di acqua. Basti pensare che il fabbisogno giornaliero stimato è di circa 150 – 200 litri per abitante.

L’acqua piovana recuperata quindi potrebbe essere utile non solo per annaffiare giardini o irrigare orti, ma addirittura per riempire la cassetta del bagno (che arriva a rappresentare anche oltre il 20% di consumo di un’abitazione), alimentare docce ed altri usi (previo adeguato filtraggio).
Quanta acqua possiamo recuperare dalla pioggia
Il quantitativo di acqua recuperabile è proporzionale alla superficie di scolo che va alla cisterna. Di conseguenza più ampia è la superficie esposta alle piogge, maggiore sarà l’acqua recuperata.
Se volessimo raccogliere volumi di acqua utili a soddisfare integralmente un nucleo familiare medio, andrebbero considerate cisterne con capacità a partire dai 3 – 4 mila litri fino ad arrivare a 10 mila litri.
Una superficie di raccolta ideale a tale scopo non dovrebbe essere inferiore a 100 metri quadrati. Tuttavia arrivare a compensare anche solo il 50% dei consumi medi generati sarebbe già un bel traguardo sia dal punto di vista ambientale che da quello economico.

Certamente realizzare un impianto di raccolta dell’acqua piovana, trattamento e distribuzione per tutti gli usi domestici richiede un piccolo investimento iniziale oltre a condizioni di spazio e di ambiente idonee.
Ad ogni modo, se teniamo conto che per irrigare un giardino di 100 metri quadri occorrono circa 500 litri di acqua, anche la semplice raccolta per il giardino o per l’orto ha un impatto significativo sia dal punto di vista economico che quello ambientale.
Cisterna di raccolta per il giardino
Raccogliere l’acqua piovana per annaffiare il giardino o irrigare l’orto è molto semplice ed economico.

Acqua recuperata dalla pioggia nei condomini
Nel caso di condomini che si sviluppano in verticale, sia per la superficie di recupero ridotta che alla cisterna di stoccaggio sottodimensionata rispetto agli abitanti, oltre alla maggiore complessità nella distribuzione, non è possibile sopperire a tutte le necessità, tuttavia può risultare sufficiente all’irrigazione del verde condominiale.

L’acqua può essere portata facilmente su balconi o terrazze, oppure, nel caso ampie aree verdi, può essere utilizzata per gli impianti di irrigazione a goccia, così da ottimizzare l’annaffiatura e minimizzare gli sprechi.
Qualsiasi sia l’applicazione dell’acqua recuperata, bisogna mettere in conto una manutenzione annuale del sistema. Dalla pulizia della cisterna di accumulo e della grigliatura di scolo, alla sostituzione di eventuali filtri per rimuovere detriti ed impurità, alla manutenzione dell’eventuale gruppo di rilancio qualora sia presente.
Sistema automatico di irrigazione
Per annaffiare le piante che abbiamo in terrazza è possibile utilizzare un semplice sistema di irrigazione automatico alimentato ad energia solare, alimentatore o power bank.

Per cercare di dimensionare al meglio i sistemi, si studia lo storico delle precipitazioni della zona. Purtroppo, come già accennato, la riduzione dei giorni di pioggia con picchi di precipitazioni intense, rende più difficile l’operazione. Ciò nonostante uno studio approfondito può consentire di raggiungere un bilanciamento fra le specifiche esigenze e le precipitazioni che ci possiamo aspettare.